Provincia di Siena

Dettagli
Provincia di Siena: Natura, Castelli, Pievi e altro

L’abbazia risale agli inizi dell’XII° sec., è detta di Isola perché sorgeva su un rilievo circondato dalla palude del Canneto, oggi totalmente prosciugata.

Il progetto per la costruzione fu finanziato dalla contessa Ava dei Lombardi; Gli abitanti del luogo ancora oggi ritengono la contessa sia una protettrice dei boschi.

La basilica era un punto di riferimento importante per i pellegrini che percorrevano la Via Francigena; all’interno, che presenta tre navate divise da una serie di colonne di derivazione lombarda, si può ammirare la tavola con la Madonna col bambino di Sano di Pietro.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

La leggenda vuole che l’Abbazia sia stata fondata da Carlo Magno alla fine del IX° sec.

La chiesa che oggi si ammira fu edificata intorno al XII° sec., sostituendo la precedente, e sorge al centro di una valle, ai piedi del  paese di Castelnuovo dell’Abate.

Sant’Antimo è uno dei più importanti esempi di architettura monastica di stile romanico della Toscana meridionale.

Durante le celebrazioni, ancora oggi, monaci francesi vestiti di bianco intonano i canti Gregoriani, conferendo al luogo un misticismo unico.

Venne edificata tra il X° e l’XI° sec. nei pressi del tracciato collinare della Via Francigena; subito adottò la regola benedettina.

In seguito, alla metà dell’XI° sec. seguì la riforma vallombrosana di S. Giovanni Gualberto. Tra il XIV° e XV° secolo, iniziò il decadimento e nel secolo successivo, divenne una dipendenza della diocesi di Colle di Val d’Elsa e la chiesa fu elevata a Pieve.

La facciata della chiesa è costituita da cinque arcate poggianti su colonne concluse da capitelli decorati con figure antropomorfe e da mensole scolpite con figure zoomorfe.

Quella che oggi ammiriamo è  frutto di un totale restauro, portato a termine nel 1922, durante il quale vennero eliminati gli orpelli del barocco, riportando l’intera struttura all’originario stile romanico.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Fu fondata nel 1049 dalla famiglia Firidolfi che la donò, dopo due anni dalla fondazione, a San Giovanni Gualberto.

In questo luogo era esistente una chiesa documentata fin dalla metà del X secolo.

Quello che è certo è che nel 1115 era già in possesso dei monaci Vallombrosani come testimoniano una bolla di Papa Pasquale II diretta ad Adimaro abate di Vallombrosa e un atto di Corrado di Scheiern marchese di Toscana datato 1122.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

A circa 700 m s.l.m., sui fianchi del monte S. Michele, si trova Badia a Montemuro, detto anche Badiaccia.

La storia di questo borgo è legata alla sua Abbazia, della quale restano in piedi solo dei ruderi.

Con l’entrata in vigore delle leggi napoleoniche l’Abbazia subì un repentino declino e l’intera struttura crollò;  quanto in essa contenuto venne riutilizzato nella chiesa di S. Pietro a Montemuro.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Dalla piazza principale di San Casciano dei Bagni è possibile raggiungere a piedi il Bagno Grande e il Bagno Bossolo, antichi lavatoi alimentati da acque termali, sono conosciuto come “vasconi” e distano poche centinaia di metri dal centro.

L’immersione nelle vasche con acqua a temperatura di circa 39°C,  è piacevole, anche in pieno inverno.

Si trova nei pressi di S. Gimignano ed è un orrido lungo circa 3 km, che deve il suo nome ai tantissimi fori nella roccia, nei quali trovano rifugio piccoli animali e volatili.

Le pareti che lo delimitano sono ricoperte di muschio e licheni; percorrendolo, il visitatore ha la sensazione di trovarsi sul set di un film fantasy; lungo il cammino si incontra una serie di marmitte dei giganti.

Un ambiente naturale incontaminato, dove il silenzio è rotto solo dalla presenza degli animali che lo popolano.

Alla fine del XVIII° sec., allo scopo di bonificare una zona  paludosa e insalubre, l’attuale Pian del lago, fu realizzato un tunnel lungo oltre due chilometri, nel quale possono camminare tre uomini affiancati.

L’opera, chiamata il Canale del Granduca, si trova nell’area della Montagnola Senese; Fu iniziata da Francesco Bindi un nobile senese, Pietro Leopoldo contribuì solo a perfezionarla.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

La chiesa si trova a Rencine, nel comune di Castellina in Chianti; risale all’XI° sec. ed era compresa nel piviere di San Leonino in Conio.

La facciata è del primissimo periodo romanico, oggi la vediamo più ampia dell’originale per effetto del rifacimento dopo il crollo medievale.

Il Castello sorse  nel X° sec. lungo la Via Francigena.

Era punto di passaggio per i pellegrini provenienti da Strove e diretti a Monteriggioni e Siena. Oggi è sede di un’azienda vitivinicola e agrituristica.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Attraversando il fitto bosco della Montagnola, sulla sommità appare all’improvviso un rudere, cosiddetto Castellaccio, del quale non si hanno notizie certe.

Dell’originaria struttura, che doveva essere imponente e vasta, oggi rimangono una doppia cinta muraria e una torre a base rettangolare.

Sul punto più alto del Montemaggio, nel comune di Monteriggioni, sono visibili i resti di  una costruzione chiusa da due cinte murarie, che all’epoca doveva essere una fortificazione e un punto di controllo di tutto il territorio attraversato dalla Via Francigena.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Sorge nella località Poggio alle Mura, a circa 16 KM da Montalcino.

Fu eretto nel 1438 su un poggio vicino alla confluenza dei fiumi Orcia e Ombrone.

Fra i proprietari del castello annoveriamo le famiglie dei Tolomei e dei Placidi, la Repubblica di Siena.

Il castello, di forma quadrata più o meno regolare, si articola attorno ad un cortile, tre lati sono occupati da vari edifici, il quarto è chiuso da una cortina muraria.

Oggi la proprietà è della Banfi S.p.a. che ne ha fatto un importante centro enoturistico.

Si Trova nel comune di Sovicille, nella località Toiano. Fu edificato nel X° sec.

Originariamente aveva la funzione di granaio; alla metà del XVI° sec. fu trasformato in castello dalla famiglia senese dei Chigi.

La struttura che è arrivata ai giorni nostri presenta due torri merlate ed una corte racchiusa dalle mura.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Lungo la Via Francigena, nel tratto che va da Monteriggioni a Siena, si incontra il Castello della Chiocciola, eretto a protezione della città di Siena; Nell’anno 1555 il castello venne assediato dalle truppe Spagnole e Austriache; gli abitanti, dopo una strenua difesa, si arresero pagando alle truppe 700 scudi  e ricevendo dalle stesse l’onore delle armi.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Si trova sulla strada di Bozzone, nel comune di Siena. Fu edificato nel XIV° sec., in origine aveva la funzione di difesa della città di Siena. Successivamente, quando il territorio passò sotto il dominio mediceo, fu adibito a residenza di campagna.

Oggi è di proprietà della famiglia Ponticelli. La struttura consta di quattro torri angolari, da cui deriva il nome, si erge isolato in una radura sopraelevata, tra ulivi e cipressi.

Il castello si trova nei pressi della sorgente della Pesa, nel comune di Radda in Chianti.

E’ stato uno dei capisaldi della Lega del Chianti. Nel 1478 venne assediato dalle truppe aragonesi durante la seconda invasione del Chianti.

L’aristocratico tedesco Rüdiger von Pachelbel negli anni 1990 operò un restauro totale del castello. Si conserva in ottimo stato il cassero. Dal 1979 è di proprietà della Famiglia Zonin.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Fu edificato nel XII° sec., si trova nel territorio di Montalcino, in un paesaggio tra i più interessanti ed attraenti.

Il mastio, a pianta quadrata, sebbene in parte diroccato, fa capire quanto fosse imponente. Dal castello si domina la suggestiva vallata dell’Orcia.

Argiano oggi è un borgo medievale con al suo interno la Pieve di San Pancrazio dell’VIII° sec., il Castello del XIII° sec.  e due poderi del XVI° sec., Malafede e Buonafede.

Ricade nel comune di Sovicille. Le prime notizie si trovano in un atto del 731.Alla fine del XII° sec., il giudice Idone, ottemperando ad un editto del Barbarossa e su richiesta dei Senesi, ordinò l’abbattimento del castello.

Tuttavia, gli Ardengheschi, che ne erano proprietari, non ottemperarono all’ordine di  demolizione. Ma, qualche tempo dopo, alla metà del XVI° sec., la sorte volle che i Fiorentini lo distruggessero per spianarsi la via verso Siena, trucidando la guarnigione e gli abitanti.

Oggi sono visibili alcuni degli antichi fabbricati, una chiesa intitolata a S. Valentino, alcuni tratti delle tre cinte murarie e un palazzo merlato.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Si trova sulla  via secondaria della  Francigena che da Colle Val d’Elsa porta a Siena e  domina il panorama che si estende da Siena sino al Monte Amiata.

Il nucleo originale risale al XIII° sec., ma fu nel XVI° sec. che la famiglia senese dei Celsi volle rinnovare ed abbellire il castello per opera dell’architetto Baldassarre Peruzzi. Dopo essere stata devastata dalle truppe imperiali nella metà del Cinquecento, nel 1612 passò alla famiglia senese dei de Vecchi.

Sul finire dell’Ottocento Maria Antinori bisnonna degli attuali proprietari, incaricò l’Architetto Mariani di effettuare una trasformazione del castello, portando l’edificio alla sua forma attuale.

Oggi nel castello si tengono eventi e si può soggiornare in splendide stanze che conservano lo stile quattrocentesco; si può passeggiare anche tra i giardini all’italiana.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Oggi del castello di Cerreto Ciampoli (XII° sec.) rimane solo un suggestivo rudere, nel comune di Castelnuovo Berardenga (SI) sulla sommità di un’altura ,che domina il torrente Arbia.

Il visitatore che vi arriva ha la sensazione di essere immerso in un mondo magico dove il tempo sembra si sia fermato.

Sono ancora visibili le fondamenta delle mura e un arco in pietra che presumibilmente dava accesso nel maniero.

Si narra che il fantasma del vescovo Donosdeo Malavolti, morto in battaglia  nel XIV° sec. per difendere il Castello, comparve per la prima volta durante il saccheggio del 1554, brandendo il crocifisso e lanciando anatemi contro gli spagnoli; la leggenda dice ancora che da, quella vicenda in poi, il Vescovo si materializzi di notte con “occhi di fiamma e piedi di brace” a chiunque minacci Il Castello.

Un’altra versione vuole che il fantasma di Donosdeo non troverà pace fintantoché la sua biblioteca sotterranea non verrà ritrovata.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Fu edificato, stando a notizie non documentate prima  dell’XI° sec., in loc. Elci nel comune di Radicondoli; i ruderi constano di parte delle mura e la grande rocca; inoltre in zona si trova anche  una vecchia chiesa dedicato a S. Antonio della quale restano solo le mura esterne.

Il Castello, sito nel comune di Radicondoli, località Belforte.

Come lo vediamo oggi è il frutto di varie ristrutturazioni, che pur avendo snaturato l’originario aspetto  hanno preservato la struttura dalla rovina del tempo; di esso si hanno notizie già dal XII° sec.

Il castello è legato al martirio del Beato Bernardino da Falsini, un sacerdote che fu assassinato nella chiesa del borgo da uomini armati e alla processione che il 3 Maggio di ogni anno, la popolazione di Belforte rinnova seguendo la devozione dei loro padri.

Il castello di Fighine si trova nel territorio della Valdichiana, al confine con la Val di Paglia e sorge a 650 m s.l.m., sulla sommità di una collina, dalla quale si ammirano i paesaggi di entrambi le valli.

Dell’esistenza del castello si ha notizia già in un documento stilato alla fine dell’XI° sec., la sua posizione strategica, su due valli, lo rende appetibile per molti condottieri e capitani di ventura, solo a metà del XV° sec. entra nel Granducato Toscano. 

Il castello si trova nel comune di Radicondoli, all’interno della riserva naturale di Cornate e Fosini, sulla cima di una collina, a picco sul vuoto e circondato da boschi.

Pare che alla base della rupe vi fosse una sorgente di acqua sulfurea e si trovasse la pietra calaminare (un miscuglio di vari minerali).

La sorgente è scomparsa e non vi è traccia di miniere. Alcune parti del castello sono in rovina ma nel complesso l’edifico conserva il suo originario aspetto.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Il medievale castello di Gallico, nei pressi del villaggio di Montecalvoli, nel comune di Asciano; l’edifico è strutturato su cinque torri di mattoni rossi ed appare solitario ed imponente sull’altopiano delle crete senesi; è appartenuto alla famiglia dei Tolomei che lo acquistò nel 1319.

L’attuale proprietario è l’Architetto S. Salini, che ha portato a termine un restauro rispettoso dell’impianto originario, per questo ricevendo nel 2002 il primo premio da un organismo dell’Unione Europea.

Le prime notizie su Meleto risalgono all’XI secolo, fu costruito dal nobile senese Guarnellotto dei Mezzolombardi, ricordato per essere stato un acerrimo e indomito avversario di Federico Barbarossa.

Situato sul confine delle Repubbliche di Firenze e Siena, fu a lungo baluardo difensivo della prima, poi divenne la principale fortificazione della lega del Chianti.

Oggi è un’elegante dimora storica, dove il visitatore può trascorrere ore di relax immerso tra vigne e oliveti.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Nella Val di Merse, nel comune di Chiusdino, sono ancora visibili le rovine del castello, del quale si hanno notizie fin dal XI° sec.

Appartenne ai conti della Gherardesca , e rivestiva un ruolo importante in quanto esercitava il suo controllo su una zona mineraria.

Il castello fu  definitivamente abbandonato ( fine XIII° sec.), dopo aver subito nel corso degli anni anche una distruzione ad opera del vescovo di Volterra, che voleva imporre la propria supremazia sul territorio delle Colline metallifere.

Attualmente sono visibili solo dei ruderi Il castello, dal 2001, è stato studiato approfonditamente da un gruppo di archeologi ed esperti. 

Si trova nel Chianti, nel comune di Castelnuovo Berardenga.

E’ un castello di origini medievali, posizionato in un territorio al confine con Firenze .

Fu strategicamente  fondamentale per la difesa del territorio di Siena, nel periodo dal  XIII° al XV° sec.  Varie opere di restauro furono eseguite nel XVI° e nel XIX° sec.

I resti del castello, che si ergono nel territorio della Montagnola senese, a 330 m s.l.m., constano di due torri di dimensioni diverse.

Si hanno notizie del castello fin dal XIII° sec., come possedimento di alcuni nobili legati alla famiglia degli Aldobrandeschi.

Da alcuni  documenti rinvenuti nella chiesa di Montarrenti, agl’inizi del XVIII° sec. il castello ed il borgo stesso furono abbandonati e caddero in rovina.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

I ruderi del castello, detto anche Montegrossoli si trovano a circa 700 m s.l.m., sul crinale che separa il Chianti dal Valdarno Superiore, nella località Montegrossi nel comune di Gaiole in Chianti, non lontano da Badia a Coltibuono.

Si hanno notizie del castello già nel 1000. Fu distrutto dai fiorentini agl’inizi del XII° sec. e successivamente riscostruito ad opera della famiglia Firidolfi. Il castello fu definitivamente raso al suolo dall’esercito di Carlo V° nel 1530.

Si racconta che per un lungo periodo poco dopo la distruzione, i ruderi furono spesso avvolti da bellissimi arcobaleni e per questo si diceva che quel che restava del castello fosse abitato da un “Leprecauno”, un piccolo gnomo che voleva vivere in solitudine e custodire la sua pentola piena d’oro. Inoltre, si dice se per 40 anni non fosse apparso sul castello un arcobaleno, sarebbe stata vicina la fine del mondo.

Sulla strada tra Trequanda e Montisi, su uno sperone calcareo, sorge il borgo fortificato di Montelifrè, sovrastato dai ruderi del castello risalente all’anno 1000.

Il castello fu distrutto nel 1527 dalle truppe senesi che ebbero una momentanea vittoria sui fiorentini.

Oggi il piccolo borgo di Montelifrè è un centro vacanze.

Il castello si trova nel comune di Castellina in Chianti; se ne ha notizia già dal 1089; fu un feudo dei Conti Guidi, poi in seguito passò alla famiglia senese degli Squarcialupi.

E’ stato uno dei castelli più potenti della Val d’Elsa. Oggi i ruderi sono sommersi dalla vegetazione.

I primi riferimenti risalgono al 1156, e, nonostante le ristrutturazioni subite nel 1500 ed anche successivamente, la struttura è rimasta fedele alla costruzione originale.

Montingegnoli è un complesso molto ben conservato, nel comune di Radicondoli, con una struttura circolare, un piccolo paese in miniatura.

Secondo notizie diffuse da appassionati nel 2017 l’intero borgo sarebbe in vendita, tant’è che l’accesso alla piazza del paese è inibito.

Il Castello di Palazzo al Piano, di cui si ha notizia già dal XII° sec. è situato nel comune di Sovicille, su di una altura posta sotto il poggio di Caprazzoppa.

È appartenuto alla famiglia dei Lucherini e poi dei Chigi.

Attualmente la gestione della proprietà è affidata alla Provincia di Siena. Il complesso è stato ristrutturato e dovrà diventare sede dell’Accademia per l’alta formazione turistica.

Secondo il Dizionario geografico fisico storico della Toscana del Repetti, dell’esistenza di un castello a Ripa d’Orcia si ha notizia già nel 1271.

Collocato in altura e con una cinta di torri, di mura merlate e di bastioni che rendevano difficile l’accesso al borgo e al torrione più alto e più solido, è stato uno dei possedimenti dei Salimbeni, all’epoca famosa famiglia dominante nella Val d’Orcia. Nel 1484 diventò possedimento della famiglia Piccolomini.

Alla fine del XIX° sec., Pietro Piccolomini Clementini finanziò il restauro conservativo del castello, su progetto  dell’ing. Savino Cresti.

Oggi percorrendo la strada interna si prende conoscenza di come fosse strutturata la vita economica e sociale degli abitanti dell’epoca.

Il castello, che è situato nel comune di Chiusdino, apparteneva agli Spannocchi un’importante famiglia di banchieri e commercianti di Siena.

La tenuta di Spannocchia fu acquistato nel 1925 dallo scrittore Delfino Cinelli.

Sorge nella Val d’Orcia, lungo la strada che da Pienza porta a Bagno Vignoni.

Costruito nel XII° sec. dal religioso Ugolino da Rocchione, era un edificio fortificato ed un luogo di accoglienza per i viandanti e pellegrini.

Fin dal 1236 il complesso fu amministrato dallo Spedale di S. Maria della Scala di Siena ed era chiamato “Spedale del ponte dell’Orcia”. Il castello, di forma quadrangolare, ha  quattro torri merlate agli angoli.

La prima citazione di Tornano è del 790, durante il regno di Carlo Magno in Italia. Pare infatti che Tornano fu donata da 3 fratelli Longobardi di nome Atroald, Adonald e Adopald al monastero di S. Bartolomeo a Ripoli (Firenze), fondato dal loro stesso bisavolo Adonald.

Il 23 Gennaio 1167 l’imperatore Federico Barbarossa spossessò Guarnellotto da Tornano dei propri diritti sul Castello, perché aveva catturato un messo imperiale. Guarnellotto aveva la nomea di essere un feroce taglieggiatore; chiunque passasse  sulla strada tra Tornano e Campi veniva brutalmente aggredito.

Oggi il castello, sito nel comune di Gaiole in Chianti e ristrutturato nell’ultima metà del XX° sec. dalla famiglia Selvolini che ne è proprietaria, ospita una elegante struttura turistico-alberghiera.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Volpaia, frazione di Radda in Chianti, è un borgo fortificato d’origine medioevale; Probabilmente il castello sorse intorno all’ XI° sec.; A metà della via che divideva il Castello al suo interno, troviamo l’Ospedaletto dei Cavalieri di Malta, edificio oggi adibito a cantina, l’ospedaletto, costruito nel XV° sec. aveva la funzione di accogliere e curare i pellegrini.

All’interno del borgo si trova La Commenda (un edificio di culto  intitolato a Sant’Eufrosino, evangelizzatore del Chianti), dichiarata monumento nazionale nel 1982. 

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Si trova nel comune di Montalcino. Le fondazioni del Castello Romitorio risalgono probabilmente ad epoca romana, forse come prigione di soldati disertori di fede cristiana.

L’attuale edificio, imponente e solitario, affiancato da una piccola cappella, è di costruzione trecentesca. Oggi dopo varie vicissitudini, è sede di una eccellenza del territorio di Montalcino; Difatti, nel 1984 venne acquistato in stato di rovina e restaurato dall’artista Sandro Chia.

PERCORSI CONSIGLIATI–>

Il castello si trova su un colle nei pressi di Luco, nel comune di Poggibonsi; fu costruito da Benuccio da Salimbeni durante la prima metà dell’XI° sec. su una collina, in posizione strategica, all’incrocio tra la Cassia e la Via Francigena.

Interventi successivi furono eseguiti nel corso dei secoli dal XV° al XVIII°. Durante la Seconda guerra mondiale il castello divenne sede di un comando militare, con una conseguente dispersione delle armature conservate ora nella sala delle armi.

Attualmente la struttura appartiene alla famiglia Banchi-Arcangeli, ed ospita una collezione di armi antiche visitabile su richiesta.

Una leggenda racconta che il fantasma di una volpe si aggiri attorno al castello nelle notti di luna piena. Questo fantasma vaga nei terreni della fortezza a causa di Bonifacio IV di Toscana che, si racconta, si ostinò a far costruire questo edificio nonostante nei paraggi, all’epoca, vi fosse una volpe che sembrava mettere in fuga anche i cavalieri più coraggiosi.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Il castello medievale del Castelluccio si  trova sulla sommità di una collina nella tenuta La Foce.

Risale al secolo XI e fu eretto su di una antica necropoli etrusca. Dal castello si gode una magnifica vista sui boschi e le crete della Val d’Orcia. Alla fine del XIV° sec. fu  trasformato in Grancia ( fattoria fortificata).

Intorno alla metà del XVI° sec. dimorò nel castello la contessa Giulia Maria di Montefiore che pare non vi trascorse una vita particolarmente felice. Si narra che la contessa fu decapitata nel cortile del castello accusata di essere la mandante degli omicidi del duca Ranieri dei Pannocchieschi e di Cesare di Sanseverino. L’esecutore materiale si dice fosse un capitano di ventura, tale don Jacopo del Taja.

Secondo la leggenda, Ogni 15 maggio, giorno in cui fu decapitata la nobildonna appare il fantasma della stessa che vaga per il castello.

Prende il nome dal luogo selvaggio ed isolato nel quale fu edificato nel X° sec.. Si trova  nel comune di Sovicille.

Era  una corte fortificata, alla quale si accedeva varcando un portale a sesto ribassato. Un fabbricato posto in un angolo del cortile contiene, al piano inferiore, l’antica chiesa di S. Andrea, alla quale si accede dall’esterno.

Attorno a questo complesso si sviluppava anticamente un borgo. Il castello era anticamente noto come Castiglion Balzetti.

Agli inizi del XIV° sec. apparteneva alla famiglia senese dei Saracini.

È un suggestivo eremo che si trova nel comune di Sarteano. Un luogo mistico dove San Francesco d’Assisi cercò pace per la contemplazione.

L’edificio, che risale al XII° sec. è lineare, semplice e suggestivo al tempo stesso; Il campanile a vela è un prolungamento in verticale della facciata, formata da grosse bozze squadrate; Sul portale sormontato da una lunetta si apre l’occhio che dava luce all’interno.

Oggi la chiesa è di privati. Il Crocifisso ligneo policromato dello scultore  Marco Romano, scolpito agli inizi del Trecento, è appartenuto alla chiesa di Radi, oggi si può ammirare nel Museo Civico di Colle di Val d’Elsa.

I Cipressi di San Quirico d’Orcia, o “Cipressini” si trovano su una collinetta che domina la via Cassia, in località “i Triboli”, poco fuori il centro abitato di San Quirico.

Si tratta di due boschetti uno romboidale e l’altro a semicerchio,  spiccano perché il territorio circostante è privo di alberi.

PERCORSI CONSIGLIATI–>

Dista otto km dalla citta di Siena, fu costruito a cavallo dei secoli XII° e XIII°, in una zona che abbondava di lecci, da cui è derivato il nome Lecceto.

La comunità che lo fondò fu la prima a seguire la regola Agostiniana. La chiesa, che fu ampliata a metà del XV° sec., è costituita da unica navata con un pronao su pilastri poligonali.

L’interno conserva affreschi trecenteschi e alcune forme barocche. Nel chiostro quattrocentesco sono ancora visibili affreschi monocromi.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

E’ un edificio religioso situato nel territorio di Santa Colomba, nel comune di Monteriggioni.

Fu edificato agli inizi del XII° sec. presso il Lago Verano bonificato e prosciugato nella seconda metà del 1700. La chiesa e i locali furono ricostruiti tra il XIII°  e il XIV° sec., adottando uno stile costruttivo tardo romanico.

Nella zona absidale si conservano affreschi di Lippo Vanni, raffiguranti Storie della vita della Vergine, angeli e santi, databili tra il 1360 e il 1370.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

L’origine si deve all’eremita Bonacorso che nel XII sec. lo edificò; Successivamente l’eremo fu ampliato, in quanto altri adepti si aggiunsero al fondatore. La comunità fu riconosciuta dalle diocesi di Siena e Volterra; ai benefattori della stessa venivano concesse le indulgenze.

Si narra che nell’eremo sarebbe avvenuto un miracolo, la moltiplicazione dei pani e dei pesci. Oggi restano i ruderi della sala capitolare e della cappella.

Chi vi giunge avverte chiara la sensazione di trovarsi in un luogo che ha avuto enorme rilevanza nel misticismo medievale.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Nei pressi della Pieve di Molli, dove un tempo vi erano le cave, vegeta ancora maestoso un castagno secolare, detto Castagnone.

Si raggiunge  passando dietro al cimitero di Molli, percorrendo un piccolo sentiero.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Alle pendici dell’Amiata, nel comune di Castiglione d’Orcia si trovano i bagni liberi di San Filippo le cui  acque calde termali, nel tempo, hanno dato luogo ad una concrezione calcarea somigliante ad una grossa balena.

Nel comune di Colle di Val d’Elsa, poco fuori la frazione di Gracciano, si trovano le Caldane, bagni termali con sorgenti di acqua tiepida che hanno proprietà terapeutiche conosciute fin da epoca etrusco-romana.

L’acqua, limpida e ricca di sali minerali, con proprietà purgative, era infatti conosciuta per portare rimedio a vari malanni tra cui le eruzioni cutanee.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Il fiume Elsa, a valle si alimenta di sorgenti ed è chiamato Elsa viva, mentre a monte il regime torrentizio è unicamente creato dalle precipitazioni atmosferiche, perciò viene detto Elsa morta.

Proprio nel corso detto Elsa viva si trova una piccola oasi immersa nella natura, formata di piccole vasche dove è possibile rinfrescarsi.

Questo luogo, che è uno dei più belli della Val d’Elsa, è frequentatissimo dai colligiani e non solo.

L’area necessita di una salvaguardia, proprio in ragione dei  tanti cittadini che la   frequentano: La bicicletta sarebbe il mezzo più idoneo per raggiungere, ad impatto zero, questo splendido luogo.

È sita nel comune di Sovicille. Conosciuta da tempo viene concretamente studiata e indagata solo nel 1964 dalla Etruscan Foundation.

È costituita da diciotto tombe a camera e a pozzetto scavate nella roccia; la più interessante è profonda venti metri ed è articolati in più ambienti.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Si trova alle pendici del Poggio alla Fame, collina nelle immediate vicinanze della località di Scarna nel comune di Monteriggioni, è datata tra VI-II sec. a.C., consta di circa trenta tombe con inumati e incinerati; la metà di queste è a camera scavate nel tufo, con pianta quadrata o rettangolare, l’altra metà a fossa.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Il castello di Toiano, detto Palazzaccio, si trova nle comune di Sovicille; è caratterizzato da un alto torrione, che è la struttura più antica, collegato ad altri corpi di fabbrica di epoca più recente; A lato del torrione è visibile la corte con porticato sorretto da un elegante pilastro.

Nelle vicinanze, si trova la villa De’ Vecchi-Chigi, che presente sulla facciata lo stemma gentilizio della famiglia.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Si trova nel comune di Colle di Val d’Elsa, conosciuto fin dalla metà del XIX° secolo, ma solo negli ultimi decenni del XX° secolo è stata oggetto di più attenti scavi e di una notevole opera di ripulitura e sistemazione ad opera del Gruppo archeologico colligiano di concerto con la Sovrintendenza Archeologica Toscana.

Le tombe a camera, portate alla luce tra il 1972 e il 1978, erano state tutte violate e già quasi completamente private del materiale che contenevano:  parte degli arredi recuperati e ripuliti è conservato presso il Museo archeologico nazionale di Siena; Un’ulteriore tomba fu poi scoperta nel 1994: al suo interno furono recuperati frammenti di interessanti vasi che, ricomposti, sono andati ad arricchire il Museo archeologico Ranuccio Bianchi Bandinelli di Colle Val d’Elsa e nel Museo Archeologico Nazionale di Siena.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

L’Eremo del Vivo è situato nella piccola frazione di Castiglione d’Orcia, tra bellissimi boschi, ricchi di sorgenti e dal fascino spirituale a San Romualdo; Si componeva originariamente di un Eremo, situato in posizione alta e isolata, che corrisponde all’attuale Ermicciolo; e di un monastero che si trovava più in basso.

Verso la prima metà del XIII° sec. il monastero, disabitato e in rovina, divenne proprietà della famiglia Farnese, la quale successivamente lo cedette, insieme ai numerosi beni rimasti al suo interno, al Cardinale Marcello Cervini di Montepulciano.

Fu poi proprio il Cardinale ad ordinare la costruzione di un palazzo-castello sui resti del monastero, la cui realizzazione è stata attribuita a Antonio Sangallo il Giovane. 

E’ nel comune di Colle di Val d’Elsa, collocata in posizione dominante nei pressi della provinciale che porta a Volterra; Le prime testimonianze della sua esistenza risalgono al 972.

Nel sec. XI° la Pieve assunse grande importanza in quel territorio, in quanto i pievani avevano anche funzione di notai. Durante il  XV° sec., per effetto  del progressivo depauperamento del territorio, e della scarsa presenza di popolazione, la chiesa perse centralità, qualche secolo dopo anche la fonte battesimale fu trasferita nella vicina Badia di Coneo.

Nel 1982, Il Monte dei Paschi di Siena ha finanziato il consolidamento della struttura e il restauro. Originariamente l’interno era a tre navate, oggi rimangono solo la centrale e quella di destra, mentre di quella di sinistra, si vede la sola abside esternamente al complesso.  

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Si trova nell’omonima località, nel  comune di Pienza; E’  di architettura romanica, e risale al XII° sec.; Ha  tre navate divise da pilastri quadrangolari.

La parte terminale è oggi priva delle absidi. Più antica è la torre campanaria cilindrica, di influsso ravennate,  risale all’XI° sec. sopra il portale si apre una bifora con una figura muliebre a sostegno del capitello.

Si trova nel comune di Casole d’Elsa, ed è inserita nel centro curtense di Marmoraia e se ne ha notizia dal 1047; sù di essa gravavano diritti feudali degli abati della Badia di Isola.

Alla metà del XVI° sec., durante la guerra tra Siena e gli Spagnoli, il castello di Marmoraia fu distrutto e probabilmente venne danneggiata anche la Pieve.

Nostante ciò l’intera struttura è arrivata quasi intatta fino a noi. La chiesa è una basilica a tre navate ed un’abside centrale. 

PERCORSI CONSIGLIATI –>

La pieve di S. Giovanni Battista a Pernina, di architettura romanica, a tre navate con abside, risale al primo secolo dell’anno mille.

In età barocca ebbe la stessa sorte di tanti altri monumenti di culto medievali, fu abbellita, secondo il gusto di quel periodo.

Nel secolo XX°, in due distinte fasi di restauro, la prima negli anni 50 e  l’altra alla fine del secolo stesso, la Pieve è stata riportata allo stato originale.  

PERCORSI CONSIGLIATI –>

La costruzione risale alla metà del XII° secolo, ed è strutturata su tre navate che terminano con altrettante absidi.

A destra della facciata, attraversando un piccolo arco, si può ammirare quello che rimane di un piccolo chiostro; sono notevoli le eleganti colonnine, tutte diversamente scolpite, che sorreggono il loggiato.

L’edificio, secondo i canoni del simbolismo solare, è orientato a est; Per via di questo orientamento nei giorni successivi all’equinozio di primavera, al tramonto, i raggi del sole che penetrano attraverso la finestra in facciata e dal foro della lunetta, illuminano perfettamente l’abside e l’altare.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Si trova nel comune di Sovicille. I primi documenti della Pieve di Molli risalgono al 1078, anno in cui Matilde di Canossa donò la chiesa a Vescovi di Volterra.

Si ritiene, comunque, che la chiesa di Molli fosse stata costruita precedentemente al 1078 e ciò si desume da studi sulla struttura muraria che la fanno risalire ad epoca longobarda.

Nel XIV° sec. la Pieve esercitava un ruolo importante, dal momento che a Molli vi fu fondato uno dei comunelli di cui era costituita la Repubblica di Siena.

Sembra tra l’altro che il primo rettore del comune della Pieve di Molli fosse Sozzo Angiolieri, cugino del più famoso Cecco.

Con il fenomeno dell’urbanesimo ed il conseguente spopolamento delle campagne, la Pieve di Molli divenne praticamente inutilizzata tanto da non essere più officiata fin dal 1960 e sconsacrata definitivamente nel 1970.

Il beneficio parrocchiale fu trasferito nella nuova chiesa di Tegoia.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Si trova nel comune di Monteriggioni non lontano da Abbadia Isola ed una pregevole esempio dell’architettura altomedievale toscana.

La prima notizia dell’esistenza della Pieve si ricava da un atto stipulato nel 971 tra il Vescovo di Volterra  e un certo Winildo.

Nel XIV° sec. la Pieve raggiunse una situazione economica fiorente, divenendo una commenda molto appetibile, difatti Papa Bonifacio VIII° nel 1302  la concesse a Bartolo Jacobi da Ulignano.

Nei secoli seguenti la vita parrocchiale continuò e nel XIX° sec., la chiesa venne restaurata. Le funzioni religiose sono state interrotte dopo la seconda guerra mondiale.

Oggi la possiamo ammirare completamente restaurata ed inserita in un complesso turistico.

Si trova nel comune di Trequanda, nei pressi della frazione di Castelmuzio; Fu costruita nel 1285.

Nel XVI° sec. fu aggiunto il campanile a vela, nel secolo successivo l’altar maggiore barocco. La facciata ha un  profilo a capanna e un portale di stile gotico e una monofora con vetrata policroma raffigurante Santo Stefano.

L’interno presenta un impianto basilicale a tre navate concluse da absidi; Nell’abside maggiore si trova l’altare barocco. 

Si trova a Cellole, una località presso Pancole, nel comune di San Gimignano in provincia di Siena; si hanno notizie della sua esistenza già dal X° sec., che all’epoca pare fosse dedicata a San Giovanni Battista.

L’edificio ha un impianto basilicale con tre navate, divise da colonne e pilastri, che sorreggono archi a tutto sesto ed ha una sola abside.

Nel XIII° sec. era tenuta dal pievano Ildebrando che fece edificare la nuova chiesa, consacrata nel 1238. La Pieve assunse notevole importanza nel territorio Sangimignanese.

Oggi la Pieve è arrivata a noi dopo vari restauri e rifacimenti, da ultimi quello voluto dal pievano Lorenzo Pecorai alla fine del XIX° sec., che portò all’eliminazione delle sovrastrutture barocche, e quello del 1980 mediante venne consolidato il portale e ripavimentata.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Sorge nei boschi della Montagnola Senese e congiunge le due sponde del torrente Rosia, attraversandolo e proseguendo nel bosco si arriva ai ruderi dell’Eremo di S. Lucia.

Il ponte, costituito da una sola arcata a tutto sesto, è di epoca romana con rifacimento nel XIII° sec., rivestiva enorme importanza e collegava Siena a Massa Marittima.

Il suo nome è legato a Pia dei Tolomei, citata da Dante nel canto V° dell’Inferno, che sposò contro il suo volere Nello dei Pannocchieschi; la tragica fine della nobildonna ha generato una leggenda, secondo la quale spesso di notte il ponte viene lambito dallo spirito della stessa.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Le biancane e i calanchi nel territorio che va da Siena ad Asciano, che si percorre attraverso la strada di Leonina, creano un panorama unico nel suo genere, offrendo all’osservatore scorci pittoreschi di rara suggestione.

Il Poggiarone, in località S. Cristina è il punto di osservazione più interessante .

PERCORSI CONSIGLIATI –>

La Torre della Campigliola, è una vecchia fortificazione di avvistamento, si trova sullo sperone roccioso che sovrasta Campiglia d’Orcia.

E’ appartenuto agli Aldobrandeschi fino al  XII° sec., poi passò alla famiglia dei Visconti.

Nel 1234 l’esercito Senese distrusse la Torre e il sottostante Castello di Campiglia.

Oggi è in rovina, al suo interno possiamo ancora ammirare una delle più belle volte a botte di tutta la Toscana.

L’edificio, dall’aspetto inquietante, è situato alla sommità di una scala scolpita nella roccia e domina la villa Chigi di Cetinale; Fu edificato agli inizi del XVIII° sec. ed era destinato agli eremiti che assistevano i malati e svolgevano servizio religiosi all’interno della villa.

Dalla sommità della scala, detta santa, si gode un panorama unico che spazia non solo sulla villa ma anche sul territorio della Montagnola Senese.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

L’unico Eremo a carattere rupestre della Toscana è quello di Motrano, nel comune di Sovicille.

Su una parete interna vi è una formazione stalattitica a forma di mammella, dalla quale stilla acqua.

Questa particolarità  ha generato un riferimento al culto galattoforo, che  accosta due elementi essenziali per la vita, l’acqua, appunto, e il latte materno. 

Agli inizi del sec. XII° sec, per volere del Vescovo di Volterra, fu edificata la Rotonda di Montesiepi, sul luogo dove trovò la morte San Galgano.

Intorno alla Cappella sorse successivamente un nucleo monastico.

Nella Rotonda si trova la mitica spada di San Galgano infissa nella roccia. Alla metà del XIII°, i monaci e alcuni nobili senesi iniziarono, più a valle della Rotonda, la costruzione di un’Abbazia.

Dopo varie vicissitudini, il complesso nei secoli seguenti subì un progressivo degrado; quando nella metà del XVII° sec. crollò il tetto fu definitivamente abbandonato.

Oggi rimane la struttura perimetrale restaurata nel secondo decennio del XX° sec.

Si trova a Pancole, nel comune di San Gimignano sulla variante collinare della Via Francigena; dove ora si trova la chiesa sorgeva un’edicola, sulla quale Pier Francesco Fiorentino dopo la metà del XV° sec., aveva affrescato l’immagine della Vergine con Bambino.

Successivamente l’edicola venne trascurata e, franato il tettino, fu coperta da rovi ed edera fino a scomparire alla vista.

L’attuale chiesa venne edificata con gli oboli dei pellegrini che accorrevano a visitare il luogo dove a Bartolomea Ghini, una giovane pastorella muta, apparve una signora con le sembianze della Vergine effigiata nell’edicola.

Fu ritenuto un miracolo perché la pastorella rispose alla domanda di quella misteriosa signora.

Nel 2000 il santuario è stato scelto come luogo giubilare per la concessione dell’indulgenza plenaria.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Lungo circa 4 km, il percorso inizia con la “Steccaia” ed il “Callone Reale”, due opere di ingegneria idraulica dell’XI secolo costruite allo scopo di alimentare energia per mulini, cartiere, ferriere e altre attività artigianali e industriali.

Nel corso del XVII° sec., per volere del Granduca di Toscana Ferdinando I° De’ Medici, l’intero sistema idraulico fu completamente restaurato.

Attualmente costituisce uno dei luoghi dove i Colligiani possono trovare ristoro nelle giornate estive.

Dopo la Steccaia , l’Elsa crea una cascata alta 15 metri, il “Diborrato” e un laghetto profondo circa 10 metri.

Lungo il percorso, si trovano diversi attraversamenti del fiume, la “Grotta dell’Orso”, la “Conchina”, il “Masso Bianco”, la “Nicchia” e la “Spianata dei Falchi”.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Si trovano nella valle dell’Ombrone, nel comune di Monticiano, e sono formate dalle acque del torrente Farma.

Le Terme erano già note in epoca romana, e nel tempo vi hanno soggiornato personaggi famosi, Cicerone, Papa Pio II e le famiglie de Medici e Gonzaga.

Le acque termali scaturiscono ad una temperatura di 43° C., perciò possono essere fruite anche in inverno.

Bagno Vignoni è una frazione del Comune di San Quirico d’Orcia.

Il borgo è noto  per avere un’antica vasca termale nel centro della piazza.

La piscina color turchese raccoglie ancora acqua termale, che esonda dalla vasca, scendendo verso una ripida scarpata e formando un corso d’acqua, lungo il quale  ci  sono diverse altre vasche di dimensioni più ridotte, dove è possibile bagnarsi.

Noto come Castello di Villa, è di origine medievale, datato intorno al X° Sec.

In passato ebbe notevole importanza in quanto non lontano dalla frequentata Via Francigena.

E’ costituita da una possente struttura quadrata in pietra, l’interno presenta un cortile con pozzo e un giardino.

Dalla sommità della torre si gode uno splendido panorama sulle colline circostanti. Oggi è una B&B di lusso.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Nei pressi di Marmoraia, nel comune di Casole d’Elsa, a circa 500 m s.l.m. , sotto un grande tumulo di terra e pietra, sormontato da ricca vegetazione arborea, si trova la tomba Etrusca di Mucellena, databile intorno al VI° sec. a.C. , la cui struttura a camera è sorretta da un pilastro centrale.

Sebbene la tomba sia spoglia, chi vi entra avverte forte la sensazione di trovarsi nel luogo dove quel popolo, straordinario e per certi versi misterioso, inumava i defunti insieme ad oggetti della vita quotidiana e altre suppellettili, con la speranza che il tutto potesse confortare la loro vita eterna. 

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Si trova nel Comune di Castelnuovo Berardenga.

Fu voluta, agli inizi del XIX° sec., da Galgano Lucherini Saracini. Per realizzarla fu sconvolto l’aspetto del paese, difatti furono abbattute le mura medievali del castello.

L’edificio, a pianta rettangolare, si sviluppa su tre piani di cui quello a terreno è rivestito a bugnato.

Sul prospetto nord  della facciata si nota lo stemma dei Chigi Della Rovere, sul prospetto sud quello dei Saracini Marescotti.

Quando Fabio Chigi salì al soglio pontificio, assumendo il nome di Alessandro VII°, la sua ricca e potente famiglia senese fece costruire la villa, affidandone il progetto e la realizzazione all’arch. Carlo Fontana, allievo del Bernini.

Il complesso del Cetinale è costituito della villa, dal parco della Tebaide e dal Romitorio: il tutto fu realizzato nel periodo dal 1676 al 1716.

Il Cetinale è rimasto in proprietà della famiglia Chigi fino al 1977, quando fu acquistata dal parlamentare inglese lord Antony Lambton, che la restaurò, riportandola all’antico splendore.

Oggi è una lussuosa dimora, utilizzata come location, può anche essere affittata per intero per trascorrere le vacanze in una cornice da sogno.

PERCORSI CONSIGLIATI –>