Provincia di Pisa

Dettagli
Provincia di Pisa : Natura, Castelli, Pievi e altro
?
Esporta
Maggiori dettagli

Sorge in Val di Cornia in una posizione strategica e panoramica, sulla sommità di un colle nei pressi di Monteverdi Marittimo.

La Badia fu fondata da San Wilfredo, longobardo fondatore della potente casata pisana dei Della Gherardesca. Wilfredo scacciò i saraceni dalle coste della Toscana ottenendo in cambio le terre liberate; Nel 754 decise di farsi monaco e fondò un Monastero nel borgo di Monteverdi Marittimo.

Il Monastero divenne ricco e potente e a causa della sua posizione poco difendibile fu oggetto di saccheggi che indussero i monaci a spostarne la sede nel 1179, a Poggio Badia.

Uscendo da Montecastelli, prendendo la strada che porta a Castelnuovo di Val di Cecina, si incontra il piccolo ipogeo Etrusco, chiamato “Buca delle Fate“, che risale al VI secolo a.C. 

Si tratta di una cavità, scavata nel masso calcareo, a pianta quadrangolare e sorretta al centro da un pilastro.

 Ai tempi delle persecuzioni fu utilizzata come rifugio dalle prime comunità cristiane e ariane, come attesta la fitta simbologia paleocristiana scolpita sulle pareti e sul pilastro centrale.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Si trovano nel comune di Castelnuovo di Val di Cecina, nei pressi della Rocca Sillana, nella zona chiamata “Sorripi”; sono due grotte naturali.

Corrono parallelamente, ma a due quote diverse (circa 10 m di dislivello).

L’ingresso nella prima grotta è caratterizzato da uno scivolo di pietre smosse, ricoperte, nel tratto iniziale, da foglie e fango. L’intera cavità è alta circa 20 m e larga 3 m.

Vi vivono parecchie colonie di pipistrelli, i cui escrementi hanno prodotto uno spesso strato di guamo.

La grotta che sta al livello inferiore, ha un ingresso verticale di oltre 15 m, è alta 20 m, larga 3 m e lunga 50 m, il suo interno ci mostra interessanti concrezioni stalattitiche e stalagmitiche.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Sulle colline che collegano il comune di Palaia a Volterra, l’azione erosiva degli agenti atmosferici, ha creato i calanchi, restituendo alla vista un paesaggio straordinario, fatto di rughe e di creste dal carattere aspro.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

E’ una Rocca medievale nel cuore della foresta di Berignone, situata su una collinetta di 210 metri di altezza alla confluenza fra il Torrente Sellate ed il Botro al Rio.

Fu fondato nell’alto medioevo dai vescovi di Volterra. Fu a lungo un centro importante per il controllo del territorio ed anche una residenza dei vescovi volterrani.

Nel XIII° sec. fu  sede della Zecca del Vescovo di Volterra, che vi batteva moneta con l’argento delle miniere vescovili di Montieri.

E’ costituito da un nucleo fortificato, il cassero, composto da una torre, che è l’unico edificio rimasto in parte in piedi, e da altre strutture in muratura.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Risale al X° sec. ed è situato su uno sperone roccioso che domina  la valle del Fosci, non lontano dalla foresta del Berignone.

E’ caratterizzato da una torre squadrata e da una serie di edifici che testimoniano lo stile di una signorile residenza fortificata.

Si racconta una leggendaria storia legata a strani accadimenti, che sembrano essersi ripetuti addirittura fino ai nostri giorni; A Giulio, un contadino che viveva nei pressi del castello, mentre erano a caccia gli apparve una dama velata su un carro che gli impedì di uccidere un cinghiale.

Negli anni si è continuato a parlare delle misteriose apparizioni della fata velata. Persino oggi qualche anziano racconta delle strane storie legate al castello e alla sua dama sconosciuta che amava proteggere gli animali di Berignone e che forse ancora si aggira nella notte, cavalcando un bianco destriero. 

Si trova isolato nelle campagne tra il comune di Palaia e quello di San Miniato.

Anticamente era un castello di cui si sono perse completamente le tracce. 

PERCORSI CONSIGLIATI –>

L’area archeologica della Miniera di rame di Caporciano si trova alle porte del borgo medievale di Montecatini Val di Cecina, in una posizione splendida dal punto di vista paesaggistico e naturalistico.

In attività fino al 1907, è stata nell’Ottocento la più grande miniera di Rame d’Europa e ha dato il nome ad una delle maggiori industrie del XX° sec. : la Montecatini S.p.a. divenuta poi Montedison.

Il complesso minerario risale all’epoca Etrusca, oggi sono visitabili alcune parti delle gallerie ottocentesche (il reticolo delle gallerie si estendeva in origine per circa 35 Km fino ad una profondità di 315 m), la torre di Pozzo Alfredo con il montacarichi “sospeso sulle teste dei visitatori”, gli ex uffici della Direzione ed il laboratorio per le analisi chimiche e le Laverie.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Nei pressi del piccolo borgo di Sasso Pisano si respira un’aria caratterizzata da un intenso odore di Zolfo; il fenomeno è dovuto a manifestazioni geotermiche naturali come “putizze”, bulicami e fumacchi di vapore spontaneo, Inoltre nella stessa zona, molte sorgenti di acqua termale, alimentano anche un vecchio lavatoio, recentemente restaurato, che si trova oltre il cimitero, lungo un sentiero che scende per quasi 30 metri.

L’acqua del lavatoio ha una gradevole temperatura di 36° ed è lievemente mineralizzata.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Nella magnifica riserva naturale del Berignone, nei pressi di Volterra, tra Saline e Pomarance, il fiume Cecina ha creato tante piccole cascate naturali ed altrettanto piscine.

Il nome “Masso delle Fanciulle” deriva da un’antica leggenda: tre ragazze, preda delle eccessive morbose attenzioni di un signorotto locale cercarono rifugio proprio fra questi alberi e quando videro il masso pensarono di buttarsi in acqua per salvarsi, mentre purtroppo morirono annegate.

Risalendo il fiume, si arriva al Masso degli Specchi, così detto perché quando la superfice dell’acqua riflette i raggi del sole sui massi li rende simili ad uno specchio.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

E’ posizionato sullo spartiacque tra le valli del Cecina e dell’Era, a oltre 400 m s.l.m., è un borgo medievale, con una chiesa intitolata a S. Andrea e una villa residenziale.
La su posizione strategica, ha fatto sì che a partire dal medioevo ci sono state accese dispute, tra Firenze, Pisa e Volterra, per il suo possesso.
Il borgo nacque come castello nel periodo alto-medievale; in un atto del 16 novembre 1108 viene ricordato che  Gualando del fu Saracino cedette al vescovo Rogerio di Volterra metà di quel castello e della corte.
In seguito alla battaglia di Montecatini, una convenzione del 21 maggio 1316 stipulata tra Volterra e Pisa stabilì la demolizione delle fortificazioni di Miemo.
Il borgo conobbe un periodo di forte declino, dai 131 abitanti nel 1551 si passò ai 49 del 1745. Soltanto al volgere del XVIII secolo, sotto il granduca Leopoldo I, Miemo ebbe un periodo di ripresa. Nel 1845 erano censiti 237 abitanti.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Si trova tra  i comuni di Pomarance e Castelnuovo di Val di Cecina,  nel territorio dove scorre il torrente Pavone. Risulta che fosse stata abbandonata nel medioevo; in seguito,  nel XVI° sec. , i Medici di Firenze tentarono più volte la riapertura ,ma una frana costrinse di nuovo all’abbandono.

Successivamente, a partire dal 1827  e fino al 1832, furono avviati nuovi scavi che individuarono un filone di rame molto consistente. Come attesta un’iscrizione visibile nella cappella scavata nella galleria, i lavori vennero definitivamente sospesi il 30/09/1869.

La miniera aveva numerose gallerie, che sono tuttora in buono stato di conservazione; la più lunga, destinata al deflusso delle acque utilizzate per il funzionamento dei macchinari e per il lavaggio del minerale, raggiungeva oltre 700 m e un pozzo che raggiungeva il livello più basso, profondo 170 m.

All’esterno si trovavano una serie di edifici funzionali alle attività estrattive.

Nella necropoli del Portone, in località Marmini, a poca distanza dalla città di Volterra, è possibile visitare due tombe Etrusche a camera; una in particolare, la più conservata, è composta da un vano ipogeo di forma circolare scavato nel terreno al quale si accede attraverso un corridoio (dromos) in forte pendio.

La tomba è munita di banchina per la deposizione dei contenitori funerari (in genere urne e vasi e del corredo).

Al centro un grande pilastro sostiene la volta ricavata da un banco di panchino (pietra arenaria tipica della Toscana).

La tomba  fu scavata intorno al 1880 (datazione periodo Ellenistico fine IV-I secolo A.C.); All’interno  furono rinvenute urne in Tufo ed in Alabastro,  vasi, oggetti in oro e bronzo, utensili vari in osso e avorio e delle monete.

E’ sita nel comune di Pomarance, ed è conosciuta come la “Pieve di San Dalmazio”; è forse il più importante rudere architettonico di interesse storico-artistico di tutta la Val di Cecina.

Restano visibili la facciata e gran parte della planimetria.

Fu una delle più importanti Pievi medievali della diocesi volterrana di cui si hanno notizie fin dal 945 d.C.

La facciata della Pieve è in stile romanico pisano, ma è unica nel suo genere per la presenza di archi ciechi che si intrecciano secondo un motivo  che si riscontra frequentemente nell’architettura normanna, evento rarissimo in Toscana.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Il Pavone è un torrente che nasce in provincia di Grosseto ma scorre principalmente nella parte meridionale della provincia di Pisa, gettandosi nel fiume Cecina, al confine meridionale della foresta di Berignone.

La lunghezza complessiva del Pavone è di 29 chilometri per un dislivello di circa 780 metri. Lungo il bacino del fiume non sono presenti insediatemi rilevanti.

Scendendo dal pittoresco borgo medievale di Castelnuovo, si giunge nel fondovalle del Torrente Pavone, dove appare un’arcata spettacolare, non pedonabile perché le spallette sono crollate da tempo; più a valle  si intravedono una serie di  ponti  che costituiva il percorso dell’acquedotto del tempo.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

E’ sita sull’omonimo monte a 537 m s.l.m.; fu eretta dalla Repubblica di Pisa, in una posizione tale da dominare tutta la piana pisana e la valle dell’Arno.

Il sito era già occupato da una fortificazione dal 780, ma la Rocca vera e propria fu costruita solo nel XIII° secolo, ed è sopravvissuta come struttura militare attiva fino alla definitiva caduta di Pisa nel 1503.

Nel 1509, tuttavia la fortezza fu ristrutturata da Antonio da Sangallo a cui vengono attribuiti i due bastioni poligonali e da Luca del Caprina, della bottega del Francione, a cui viene attribuita la grossa torre cilindrica su uno spigolo del perimetro.

La fortezza fu in seguito dismessa venendo a mancare la sua posizione di frontiera e quindi la sua utilità difensiva. Attualmente è ridotta a stato di rudere.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Le rovine della Rocca si trovano nei pressi di Lajatico, a 532 m s.l.m. sul crinale del Poggio delle Cataste.

Pietracassia collega la Valdera con la Valdicecina e vi si erge a naturale sbarramento, soprattutto dal lato nord, dove termina con uno strapiombo di circa 80 metri.

Da una fenditura aperta in tale masso sembra derivi proprio il nome Pietracassia (‘Pietra cassa’ significa pietra spaccata) sebbene alcuni storici colleghino il suo nome da quello del triumviro romano Cassio.

La sua posizione era già al tempo degli Etruschi, ideale per controllare la via usata per la commercializzazione del Rame estratto nelle vicine miniere di Montecatini. Le prime notizie risalgono al 1028 d.C.

Gli unici elementi architettonici di un certo pregio sono le due torri angolari: quadrilatera quella di ponente (oggi inaccessibile) a pianta eptagonale l’altra, a levante, ancora oggi in buone condizioni e accessibile.

Al suo interno si può ancora ammirare un bel soffitto in pietra a botte. L’unica porta di accesso al castello, si apre al centro del fronte principale, sopraelevata dal terreno di un paio di metri.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Si trova nel comune di Pomarance, su un rilievo collinare a 530 m s.l.m.

La posizione la rende visibile anche a grande distanza; si tratta di una fortificazione del XII° sec., che aveva la funzione di controllo di una parte di territorio a cavallo delle provincie di Pisa, Siena e Grosseto.

La leggenda vuole che la Rocca prenda nome dal militare romano Lucio Cornelio Silla. L’origine della Rocca, secondo fonti più attendibili è da attribuire ai Vescovi di Volterra che furono i finanziatori della costruzione; successivamente, nel sec. XV°, quando Pomarance passò sotto i fiorentini, la struttura fu ampliata ad opera di Giuliano di Sangallo.

Il ritrovamento in zona di numerose tombe di epoca Villanoviana ed Etrusca (di cui una a tholos del V° secolo a.C. e una di età ellenistica risalente al IV° sec. a.C), di monete romane dell’epoca di Silla e di un’epigrafe funeraria latina rinvenuta a poche centinaia di metri dalla Rocca Sillana, conferma che il luogo era abitato in epoche remote.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Il paese di Toiano si trova nel comune di Palaia, situato in una zona di notevole interesse paesaggistico, tra le colline pisane e i calanchi di sabbia che sconfinano nelle balze della zona intorno a Volterra.

Le sue origini risalgono all’alto medioevo. Il paese oggi è disabitato ed é inoltre tristemente ricordato per l’omicidio di Elvira Orlandini, detta la “bella Elvira”, una giovane ventenne che fu trovata sgozzata nei boschi circostanti e la cui uccisione rappresentò un caso mediatico nel 1947.

Alcuni anni fa, Oliviero Toscani, dedicò a Toiano un concorso fotografico, allo scopo di far rivivere l’antico borgo. 

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Si trova nel comune di Pomarance, nella frazione di San Dalmazio.

Nel 1727, Giovanni Antonio Baroni proprietario del podere “La Casa”, mentre era intento alla potatura di una quercia, fu vittima di una rovinosa caduta; in quell’istante, invocò la Madonna effigiata in un edicola sita tra Lanciaia e San Dalmazio, rimanendo miracolosamente salvo.

A seguito di questo evento, la famiglia Baroni fece edificare una piccola chiesa per testimoniare il miracolo avvenuto; La chiesa fu consacrata ed aperta il 20 maggio del 1731, e dedicata alla “Madonna della Casa”.

Negli anni successivi molti fedeli vi si recavano in pellegrinaggio, per invocare le grazie della Madonna e bagnarsi con l’acqua di una sorgente ritenuta miracolosa, sgorgata nei pressi della stessa chiesa, durante i lavori di edificazione.

Purtroppo nel 1980 la chiesa fu “visitata” dai ladri che portarono via diversi ex-voto e l’antico dipinto che raffigurava la Vergine Maria.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Si trova nei pressi del comune di Lajatico. E’ stato costruito, per volere del tenore Andrea Bocelli originario del luogo, avvalendosi della naturale conformazione  di una collina.

A fare da fondale al palco sono stati posti alcuni blocchi di travertino toscano. La struttura è nata per essere montata ed ospitare un solo spettacolo l’anno (da qui il nome “Teatro del Silenzio”), con scenografie sempre diverse, la più famosa, divenuta simbolo stesso del Teatro, è un’imponente scultura raffigurante un volto umano, eseguita dallo scultore polacco Igor Mitoraj per la scenografia di una Manon Lescaut.

La  platea nei giorni in cui il teatro non è in attività viene completamente smontata e il palco si trasforma in un lago artificiale.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

E’ un edificio neoclassico, situato all’interno di un piccolo boschetto di lecci, poco fuori il centro abitato di Montefoscoli, edificato interamente in laterizio.

Fu eretto tra il 1821 e il 1823, per volontà di Andrea Vaccà Berlinghieri, medico e luminare dell’Università di Pisa, con l’intenzione di dedicare un monumento al padre Francesco, chirurgo giacobino pisano, celebrandone anche la professione con una dedica alla dea della medicina Minerva.

Sembra che l’edifico non assolvesse sola alla funzione di memoriale. Si è ipotizzato che l’edificio, oltre ad essere un memoriale dedicato a Francesco, luminare dell’Università di Pisa, fosse un luogo di svago e divertimento, oltre che un tempio massonico; Difatti, la tipologia dei simboli presenti accredita quest’ultima ipotesi.

Si dice anche che, in una segreta sala sotterranea dell’edificio, Andrea Vaccà Berlinghieri compisse esperimenti su cadaveri umani e animali, continuando sulla scia del padre Francesco che aveva tentato, come si ricava da documenti, di applicare il Galvanismo (stimolazione dei muscoli tramite corrente elettrica) ai cadaveri umani.

Dalla storia misteriosa e affascinante della Minerva Medica, la scrittrice Mary Shelley, che sembra avesse conosciuto Andrea Vaccà Berlinghieri, trasse ispirazione per il capolavoro letterario “Frankenstein”.

Il tempio è visitabile, accompagnati da una guida, nelle notti di luna piena.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

E’ un importante complesso architettonico termale di epoca etrusco-romana risalente al III° secolo a.C., situato nei pressi del podere Bagnone tra le località di Leccia e Sasso Pisano.

I reperti ritrovati durante le campagne di scavo archeologico, sono custoditi nel Museo Archeologico e Antiquarium “Il Canapaio” di Castelnuovo V.C.

Gli oggetti rinvenuti non riguardano solo la frequentazione del Bagnone, ma grazie ad alcuni timbri rinvenuti su tegole, coppi e mattoni, si può affermare che la zona era abitata da popolazione indigene vissute prima degli Etruschi.

Nel museo sono conservati anche la statuetta in piombo e stagno rappresentante la dea Minerva e una ricca collezione di monete di epoca romana imperiale.

Nelle immediate vicinanze del complesso termale sgorgano tre diverse sorgenti visibilmente ricche di Ferro e Potassio, due delle quali vengono considerate le sorgenti più calde delle Toscana, raggiungendo una temperatura di circa 60°, che formano caratteristiche pozze fumanti tra la vegetazione.

Una terza sorgente (40°) alimenta un vecchio lavatoio abbandonato, dove numerose varietà di piante acquatiche hanno trovato il loro comodo habitat.

Fu costruita nella prima metà del XIV° sec. per volontà della famiglia Belforti di Volterra. Da vari indizi si evince che già nell’XI° secolo fosse presente, lì dove sorge quella attuale, una  torre di dimensioni più ridotte.

Nel corso della Seconda Guerra Mondiale fu usata dai Montecatinesi come rifugio; Durante i bombardamenti venne ulteriormente danneggiata. Nonostante tutto, la struttura è sempre rimasta solida.

Gli anziani del paese raccontano che, fino al restauro, è sempre stato possibile, anche se rischioso, arrivare fino in cima. Alta 28 metri e suddivisa in cinque piani, la Torre è una costruzione con base quadrangolare a scarpata realizzata in selagite.

Le mura hanno uno spessore che varia dagli oltre tre metri della base ai due metri circa della parte più alta.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

E’ una fattoria di origini antiche, sita nel comune di Lajatico; si pensa che in origine fosse un antico castello romano.

Lorenzo il Magnifico  la fece riedificare, su progetto di Simone del Pollaiolo detto il Cronaca. Nelle vicinanze si trovano le sorgenti termali di Bagno a Morba, che la madre di Lorenzo, Lucrezia Tornabuoni, aveva preso in affitto dai Cavalieri del Monte sin dal 1478.

Alla morte di Lorenzo la villa fu venduta  a Francesco Cybo: Poi nel 1606 fu acquistata dai Corsini, ( il cui stemma spicca dipinto sulla facciata), che sono gli attuali proprietari.

PERCORSI CONSIGLIATI –>