Provincia di Grosseto

Dettagli
Provincia di Grosseto : Natura, Castelli, Pievi e altro
?
Esporta
Maggiori dettagli

L’attuale Ansedonia sorge nell’area dove i Romani fondarono, nel 273 a.C., la citta militare di Cosa, diventato poi un importante centro commerciale. Il declino di Cosa inizia intorno al II° sec. d.C., lasciando il posto alla citta altomedievale di Ansedonia.

Le rovine di Cosa si trovano al culmine di un promontorio roccioso. Sono visibili i resti delle mura perimetrali, al cui interno è ancora visibile l’area del Foro, sul quale si affacciano la Basilica e quello che resta del tempio della Concordia. La parte più alta di Cosa era, come in uso nel periodo romano, l’Acropoli.

Oggi sono visibili i resti del tempio di Giove e della Mater Matuta. Si può anche ammirare la casa dello Scheletro con la pavimentazione a mosaico ancora visibile. All’interno dell’Area è situato il Museo Archeologico di Cosa. Nell’agro di Cosa si trova anche la Villa Schiavistica di Settefinestre, costruita nel I secolo d.C. e rinvenuta fra il 1976 e il 1981.

Altri due notevoli siti, ricadenti nell’area di Ansedonia sono:

– la Tagliata Etrusca, un canale scavato nella roccia risalente realizzato nel periodo romano. Aveva la funzione di preservare il porto dall’insabbiamento provocato dalle acque dell’emissario del lago di Burano. 

– lo Spacco della Regina, una fenditura naturale della roccia. Si trova nelle vicinanze della Tagliata, e prima che venisse danneggiato da una frana, aveva la stessa funzione della Tagliata stessa. All’interno si notano dei cunicoli  artificiali ricavati nella roccia. Il silenzio che vi regna e la suggestione che crea la poca luce che filtra fanno comprendere  perché di questo luogo si raccontino molte leggende.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

E’ un sito archeologico etrusco situato nei pressi di Scansano la città fu distrutta dai Romani nel 280 a.C. È una delle tre città etrusche che in epoca romana non ha avuto interventi di ristrutturazione o di ampliamento.

La cinta muraria, la cui base è costituita da ciottoli, sui quali si innalza la muratura in mattoni, ha una lunghezza di circa 1 km. e una larghezza media di 4 m.

La citta si sviluppava su due colline, nella prima l’Acropoli, nell’altra l’area metallurgica, mentre nella valle tra le due colline vi era il Foro. Gli oggetti ritrovati nell’area sono conservati nel museo di Scansano.

Nei pressi del centro di Monterotondo Marittimo sono ubicate le caratteristiche “biancane”, che rappresentano uno dei tanti siti in cui il paesaggio, al confine fra le province di Pisa e Grosseto, si caratterizza per la presenza di diverse tipologie di manifestazioni geotermiche come soffioni, putizze e fumarole.

Prende il nome dalle rocce rese bianchissime dalla reazione chimica dell’idrogeno solforato, che trasforma in gesso le rocce calcaree.

Dalle fratture del terreno fuoriesce un vapore che raggiunge la temperatura di circa 100 °C ed è costituito per il 95% da vapore acqueo e per il restante da anidride carbonicametanoammoniacaacido solfidrico responsabile del caratteristico odore di uova marce.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Si trova nel territorio comunale di Gavorrano, sulla vetta di un poggio nell’area meridionale delle Colline Metallifere grossetane.

Il castello è menzionato già dal 1067.

Negli anni in cui i Pannocchieschi avevano il controllo del luogo, il castello fu lo scenario del leggendario Salto della Contessa, che vide protagonista Nello Pannocchieschi: per convolare a nuove nozze con Margherita Aldobrandeschi, decise di uccidere la sua prima moglie Pia de’ Tolomei.

Tale episodio è stato ricostruito a partire da alcuni sibillini versi di Dante Alighieri nella Divina Commedia.

PERCORSI CONSIGLIATI–>

E’ situato sulla cima di un colle, nel territorio comunale di Cinigiano, nella frazione di Poggi del Sasso.

Il castello, sorto in epoca medievale, fu trasformato prima in convento e poi, alla fine del XVII° sec. , ad opera dei marchesi Patrizi, in fattoria fortificata.

All’interno della struttura originaria  è situata la cappella gentilizia di S. Marta, costruita nel XVII° sec., sostituendo la scomparsa pieve di S. Ippolito a Martura.

Si trova all’interno della riserva naturale del Farma nel territorio comunale di Roccastrada. Il complesso fortificato sorse in epoca medievale come possedimento della famiglia Ardengheschi.

Nel corso del Duecento  entrò a far parte del territorio della Repubblica di Siena.

E’ una possente  fortificazione, costituita dalla residenza padronale, affiancata da una torre merlata. Le ristrutturazione del sec. XIX° fecero perdere gran parte degli elementi caratteristici del periodo medievale.

Annessa al castello, si trova la cappella di San Leonardo, di epoca medievale, più volte rimaneggiata nel corso del tempo.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Si trova nel territorio comunale di Castiglione della Pescaia, in località Le Case di Vetulonia.

Il complesso è formato da un nucleo abitativo edificato intorno ad una torre quadrata. Originariamente aveva la funzione di convento.

La torre quadrata costituiva la torre campanaria dell’antico complesso religioso, è quella che ha mantenuto pressoché intatto l’originario aspetto di epoca medievale. 

PERCORSI CONSIGLIATI–>

E’ una struttura fortificata, edificata all’incirca nell’XI° sec. nella campagna a nord di Scansano. In epoca rinascimentale, la struttura fu trasformata in fattoria fortificata.

Gli ultimi restauri, effettuati nella seconda metà del XX° sec., hanno riportato il complesso all’antico splendore.

Il castello attualmente è di proprietà dei Biondi Santi, è una rinomata azienda agricola che produce vini di eccellenza.

Il castello è anche noto per aver ispirato lo scrittore britannico Graham Greene.

La più antica testimonianza documentaria relativa a Sassoforte risale al 1075/1076. Fu un possedimento di Uguccione da Sassoforte.

I resti del castello si estendono per l’intera circonferenza della piattaforma riolitica, alla sommità del Sassoforte. Le mura, le torri, il cassero, sono costruiti in filarotti di riolite con una buona tecnica e con notevoli particolari architettonici.

Verso nord – ovest si trova il cassero; questa è un’alta costruzione provvista an­cora della porta di accesso con mensola decorata a motivo vegetale. Sopra questa, due beccatelli per la difesa dell’entrata. Davanti alle mura si tro­va una costruzione rettangolare corredata da belle finestrelle ogivali ed innesti di volta.

Fu edificato nel XIII° sec., nel comune di Manciano. E’ conosciuto col nome di Pelagone. Nel XV° sec., per motivi ad oggi sconosciuti, fu abbandonato.

E’ stato prima possedimento degli Aldobrandeschi e poi degli Orsini.

Sono arrivati fino a noi  solo alcuni ruderi di notevoli dimensioni, seminascosti nella fitta vegetazione.

PERCORSI CONSIGLIATI–>

Il luogo dove sorge il castello, nel comune di Roccalbenga, è ricordato fin dal 764 . Ma il primo documento che menziona il castello risale al 1216. Nel 1388 la Triana fu acquistata dalla famiglia senese dei Piccolomini che lo fecero divenire sede di una signoria rurale.

Piccolomini rimasero proprietari del castello e dei terreni circostanti fino al 1962, quando il castello, notevolmente trasformato e con scarsi resti delle forme originarie, è stato lasciato alla Società di esecutori di pie disposizioni di Siena.

Il castello è racchiuso all’interno di una cinta muraria, con un’unica porta d’accesso; il complesso comprende anche un torrione, che costituiva la residenza signorile, e due fabbricati disposti intorno ad un cortile.

Al centro del vasto territorio che va dalla vallata del Cornia fino a Monterotondo, sorgeva un insediamento militare longobardo Castelione, oggi Castiglion-Bernardi, che comprendeva un abitato e la chiesa di S. Regolo. E. Repetti, nel noto “dizionario storico della Toscana”, sostiene che ” Consiste in pochi ruderi sul monte Vitulonio, nome che fa dubitare esserle derivato dall’antichissima città di Vetulonia, sulla di cui ubicazione gli archeologi menano anche oggi dì tanto rumore.”.

Successivamente lo studioso Gaetano Prisco ha ipotizzato che tale struttura fosse utilizzata dai bizantini per difendersi  dalle invasioni longobarde. Il primo atto che si conosce, datato24 Maggio del 770, relativo alla struttura sancisce che essa era di proprietà di San Pietro in Palazzolo. Dopo vari passaggi, all’inizi del XII° sec. diventa proprietà dei Pannocchieschi.

Il Castello fu interamente distrutto dai Pisani verso la metà del XIV secolo ed il suo poggio venduto alla nobile famiglia Petroni di Siena.

Sul castello aleggia una leggenda secondo la quale la giovane e bella Gigliola che abitava il castello, nonostante fosse promessa sposa del cavaliere Valfredo, era insidiata dal crudele conte Pannocchieschi, che pretese, minacciando di morte lo stesso Valfredo, un appuntamento. All’appuntamento si presentò la nutrice Nencia, mentre Gigliola e Valfredo si misero in salvo a Massa Marittima, pensando che gli abiti velati e il favore dell’oscurità non consentissero al conte di scoprire l’inganno. Ma così non fu. Il conte furioso la accoltellò a morte.

Da allora in maremma la leggenda vuole che il fantasma della Nencia si aggiri tra i ruderi del castello. 

Si trova alle pendici del Monte Santa Croce, nel comune di Monterotondo Marittimo, ed era associata a un Eremo agostiniano, quest’ultimo distrutto dalle guerre degli inizi del sec. XIV°, che costrinsero i monaci a trasferirsi a Gerfalco, nell’attuale chiesa di Sant’Agostino.

La facciata, a semplici spioventi, ha un portale con archivolto, l’interno possiede una copertura a botte, e prende luce da due monofore. Notevole è l’altare monolitico in pietra, con un crocifisso scolpito.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Circa l’ubicazione le fonti non sono molto chiare; Tolomeo, però colloca Heba tra Vulci e Saturnia, mentre Plinio ne cita solo il nome, menzionandola come oppidum.

L’ubicazione definitiva di Heba, presso la località Le Sassaie, in prossimità di Magliano, fu resa possibile dalla scoperta in questa zona di alcuni resti di strutture murarie e di elementi architettonici.

Tra i ritrovamenti  provenienti da questa località è la cosiddetta Tabula Hebana, una tavola bronzea, che contiene disposizioni per le onoranze funebri da tributare in memoria di Germanico.

PERCORSI CONSIGLIATI–>

Si trova poca distanza dal Castello di Montemassi, nascosta dalle ombrose fronde di un boschetto di lecci, nel Comune di Roccastrada.

E’ l’unica struttura superstite di un vasto complesso monastico  del sec.  XI°. E’ un  unico vano di forma rettangolare, diviso in tre navatelle, concluse da una grande abside, vi si accede mediante un varco praticato nella volta, scendendo gli instabili gradini di una scala a pioli.

L’impianto del primitivo complesso era costituito da una chiesa a croce latina,  ampia quanto la cripta sottostante, cui probabilmente si affiancavano anche alcune strutture destinate alla vita comune del clero. 

PERCORSI CONSIGLIATI–>

Le rovine dell’eremo sono immerse nella vegetazione, in località “Boschetto”, a Castiglione della Pescaia; si tratta di una Chiesa di impianto romanico a navata unica con un altare secentesco.

Nella parte del convento si distinguono le celle dei monaci, parte del chiostro e una torre del 700.

L’eremo è legato alla storia di San Guglielmo di Malavalle un nobile guerriero che si convertì al cristianesimo dopo aver condotto una vita peccaminosa e dissoluta. 

PERCORSI CONSIGLIATI–>

E’ situato sull’omonimo promontorio tra Castiglione della Pescaia e punta Ala, nei pressi della perduta Pieve di Rocca; originariamente aveva  la funzione di torre di avvistamento; nel sec. XVI°, per volere di Cosimi I° dei Medici, la torre fu notevolmente ampliata trasformandola in una imponente fortificazione.

PERCORSI CONSIGLIATI–>

E’ detto anche Torre delle Saline ed  è situato alla foce del fiume Albegna poco distante dal paese di Albinia nel comune di Orbetello, in una posizione strategica per il controllo delle vicine saline e del traffico delle merci sull’Aurelia.

Il forte ha una struttura quadrilatera, che ingloba, sul lato rivolto verso il mare, una torre coperta.

Attualmente appartiene al patrimonio demaniale ed è  utilizzato come Archivio della Soprintendenza.

PERCORSI CONSIGLIATI–>

Sorge nei pressi di Porto Ercole, nel comune di Monte Argentario; E’ una  fortificazione che costituiva uno dei baluardi del sistema difensivo del promontorio dell’Argentario.

La edificarono gli Spagnoli alla fine del sec. XVII°, rivolgendosi a  Cosimo I° de’ Medici che affidò la direzione dei lavori agli architetti Bernardo Buontalenti e Giovanni Camerini. La realizzazione dell’opera andò avanti fino alla metà del secolo successivo.

La sua graduale dismissione avvenne nel corso del XIX° sec., quando l’intera zona passò prima al Granducato di Toscana e poi al Regno d’Italia.

Nel primo decennio dell’Unità d’Italia la struttura fu dismessa dalle originarie funzioni militari.

Il luogo è molto suggestivo, nel torrente vi sono enormi rocce grigie erose dall’acqua, che creano una piccola cascata e delle piscine naturali, dove è possibile fare il bagno e nuotare nell’acqua fresca e cristallina, circondati dalle chiome degli alberi.

La Riserva Naturale del Farma ha un microclima proprio che la rende un posto unico da visitare, poiché le Colline Metallifere non sono particolarmente elevate e possiedono una vasta riserva idrica; l’acqua del fiume Farma è sempre abbondante e temperata, grazie alle sorgenti termali circostanti che rendono il luogo perfetto per un bagno estivo.

Iesa, nel comune di Monticiano, è un paese formato da varie borgate medievali perfettamente mantenute nei secoli, tra le quali Solaia e Quarciglione, In questo ambiente , il fiume Farma ha formato, lungo il suo corso, delle piscine naturali e una suggestiva  roccia calcare somigliante ad grosso Fungo Bianco.

La piccola collina, nel territorio compreso tra Grosseto e Castiglion della Pescaia, nota oggi con il nome di isola Clodia, era originariamente un isolotto emergente dalle acque del lago Prile.

In epoca romana era un luogo frequentato da personaggi influenti. E’ nota anche per l’orazione di Cicerone in favore  di Milone.

In epoca alto medievale il luogo era noto col nome di Lutum (fango), da qui prenderà il  nome l’Abbazia di S. Pancrazio al Fango ivi costruita; oggi  di tale edificio rimangono i ruderi.

Lo stato di rovina fu determinato dall’abbandono della zona  per via della dilagante epidemia di malaria.

Erano situate presso il colle di Gerfalco, ma il nucleo più importante si trovava nell’area di Poggio Mutti e delle Cornate ed in località Montevecchio.

Traccia degli antichi lavori fu individuata in prossimità del Podere Montevecchio, nel corso di sondaggi avviati all’inizio del 900; la ripresa di una galleria di ribasso incontrò infatti uno dei pozzi medievali profondo 11 m. Ancora oggi si possono riconoscere le tracce dei numerosi antichi lavori, condotti per pozzi e gallerie.

Con la loro disposizione regolare, gli antichi pozzi sembrano seguire le direttive formalizzate dagli “Ordinamenta super artem fossarum rameriae et argenteriae civitatis Massae”, che imponeva norme di sicurezza relative alla distanza minima fra escavazioni prossime.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Era un monastero situato a sud-est di Magliano in Toscana, lungo la strada che conduce a Sant’Andrea.

La costruzione iniziò intorno all’XI° ad opera dei frati benedettini. Attualmente rimangono in stato di rovina unicamente l’abside e il transetto.

PERCORSI CONSIGLIATI–>

E’ un sito archeologico situato sul pianoro delle Sparne, nella valle del Fiora a circa 8 km da Pitigliano.

Le tombe più antiche, databili intorno al VII° sec. a.C., sono del tipo a fossa;  mentre le tombe a camera comparvero dopo la metà del VI° sec. a.C. , interamente scavate nella roccia di tufo e precedute da un piccolo dromos con vestibolo.

Successivamente, con ogni probabilità per effetto dello sviluppo della popolazione che vide la formazione di un ceto medio alto, comparvero tombe più vaste e più riccamente decorate; una di queste è la ” Grotta della Regina” Le sepolture più recenti (V-IV secolo a.C.) sono caratterizzate da soffitto a cassettoni o dalla struttura “a capanna”.

PERCORSI CONSIGLIATI–>

E’ ubicata lungo la via Aurelia, nel comune di Gavorrano, in direzione Follonica; conta 30 tombe, la maggior parte delle quali a tumulo.

I corredi delle tombe sono andati perduti, perché in passato la zona è stata oggetto di numerosi scavi clandestini. Recenti scavi hanno portato alla luce un interessante reperto ceramico, lo stamnos attico (un vaso a figure rosse raffigurante Dioniso), prodotto ad Atene nel 480 a.C., che era utilizzato per il trasporto del vino.

La zona dove insiste la necropoli è compresa nella proprietà del Rocca di Frassinello, dove il noto architetto Renzo Piano ha realizzato una cantina che richiama vagamente un castello medievale.

PERCORSI CONSIGLIATI–>

Si trova nei pressi di Saturnia, da cui era separata dal fiume Albegna; consta di circa 20 tombe del tipo a tumulo; è stata esplorata per la prima volta nel XVI° sec. ed è stata, purtroppo anche visitata dai tombaroli.

Il luogo in cui si trova è molto suggestivo, immerso in un bosco di querce e sicomori, vi si gode una pace ed un silenzio assoluto.

In primavera la suggestione aumenta per via della fioritura dei sicomori.

PERCORSI CONSIGLIATI–>

Si trova nel Comune di Massa Marittima, intorno al lago dell’Accesa a una distanza di circa Km 7 dalla città, in località La Pesta.

L’insediamento antico, indagato solo in parte, si estende per alcune decine di ettari; sono stati attualmente scavati cinque quartieri abitativi a cui dovevano corrispondere altrettante necropoli, in parte già individuate; la presenza di tombe a pozzetto fa ritenere che la zona fosse popolata già dal IX° sec. a.C. L’abitato dell’Accesa, del quale non si conosce il nome originario, era, con ogni probabilità un centro minore satellite della città di Vetulonia. 

La visita al parco è strettamente connessa alla visita al Museo Archeologico di Massa Marittima.

PERCORSI CONSIGLIATI –>

Si trova sulla vetta di un monte nella valle del fiume Fiora, fu costruita nel IX° sec. , ed era un possedimento dell’Abbazia di San Salvatore al Monte Amiata. Successivamente divenne proprietà  della famiglia Aldobrandeschi, per il controllo delle vicina zona mineraria.

Alla metà del sec. XIV°, dopo essere stata per un periodo possedimento degli Orsini di Pitigliano, passò sotto la giurisdizione della città di Siena. Nel XVII° sec. entrò a far parte del Granducato di Toscana.

Era dotata di una doppia cinta muraria, la prima racchiudeva l’abitato e la seconda interna a protezione del palazzo feudale, con una forma semi trapezoidale. In corrispondenza della porta principale, si trova tuttora una splendida torre di forma pentagonale che aveva la funzione di cassero.

Nella parte bassa si estendeva il borgo, di cui rimangono le strutture murarie dei vari edifici, mentre nell’area sommitale si trova il palazzo signorile, a pianta quadrangolare, disposto su due livelli, presso il quale vi sono i resti di una cisterna dell’acqua ed una cappella.

E’ una delle tre spiagge che si trovano all’interno del Parco Regionale della Maremma; E’ nota per la bellezza del luogo, per la trasparenza delle sue acque e per la sua sabbia fine.

E’ facilmente raggiungibile, ci si arriva sia in auto che in bicicletta; da Alberese si raggiuge anche mediante un servizio navetta. 

Se cercate la tranquillità di un luogo allo stato completamente naturale, questa è la spiaggia che fa per voi.

PERCORSI CONSIGLIATI–>

Le cascate del gorello sono originate dalle acque solfuree delle vicine Terme di Saturnia, dove l’acqua sgorga da una sorgente naturale ad una temperatura di 37,5°C e grazie alla presenza di un particolare elemento, ovvero il Plancton Termale, si caratterizza per gli effetti benefici che ha sulla pelle, e sugli apparati digestivo, circolatorio, motorio e del ricambio.

Sono un luogo naturale e libero, quindi sono aperte 24 ore al giorno, tutti i giorni, anche in inverno e l’ingresso è gratuito.

PERCORSI CONSIGLIATI–>

Si trova sulla costa del comune di Scarlino, nell’area protetta delle Bandite; nel XVI° sec. venne ricostruita su una preesistente fortificazione medievale, ed era un importante punto di avvistamento del principato di Piombino.

Nel XVIII° sec. subì una profonda ristrutturazione, e nel secolo successivo perse la funzione originaria, diventando poi, nel XX° sec., dopo ulteriori opere di restauro, un’abitazione privata.

PERCORSI CONSIGLIATI–>